mercoledì 9 marzo 2011
Tre metri sopra il cielo.
La nuova frontiera dell’edilizia biocompatibile propone una di quelle soluzioni talmente tanto estrose e sopra le righe che riuscirebbe ad accontentare anche il più restio dei bimbi sperduti dell'Isola che Non C'è. Stiamo parlando della casa sull'albero, un modo inconsueto per mettere in atto una vera e propria fuga dal mondo quotidiano. Non solo per bambini: la casa sull’albero è talmente in voga che anche affermati designer come Harvey Oshatz e Dustin Feider si cimentano nella progettazione di queste costruzioni.
Se vi intriga l'idea di diventare dendriti professionisti valutate bene i pro ed i contro. Ci sono molte persone nel continente americano, che hanno deciso di barattare mura, calce e intonaco per i loro palliativi arborei abbandonando lo stile di vita precedente, ma non tutti ne sono rimasti soddisfatti . Chiaramente ,il pensiero di ritirarsi fra i rami di un bell’albero fa gola a tanti: niente vicini molesti o traffico selvaggio, solo quiete, privacy , verde e natura; e poi è così chic! Praticamente un paradiso. Per quindici giorni.
Nella casa sull’albero c’è sempre fresco: “sempre” vuol dire tutti i giorni, in tutte le stagioni. Perfetto in estate, ma in inverno vi dovrete scordare di stufe e caminetti. E sarà abbastanza difficile riuscire a creare un vano abitativo abbastanza grande da ospitare una famiglia numerosa, a meno che non si disponga la struttura su più piani/rami. Il legno ha bisogno di una manutenzione continua, e deve essere di primissima qualità al momento dell’installazione, perché altrimenti potrebbe flettersi e diventare pericoloso: sul web si trovano numerose storie di persone che , avendo risparmiato sulla tipologia di legno hanno avuto brutti incidenti e si sono dovute letteralmente gettare a terra, perché la struttura stava collassando.
Una casa sull’albero perfettamente curata è una festa per gli occhi e lo spirito, ma presenta una serie rovesci della medaglia di cui tener conto, ma che non rendono certo meno affascinante l’idea di una fuga dalla frenesia della contemporaneità.
E poi, tutto sommato continuiamo a credere che è meglio giocare a Tarzan e Jane in posti più comodi.
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