lunedì 19 dicembre 2011
La musica secondo Zaha Hadid
Nell’universo dei più straordinari progetti architettonici che negli ultimi anni si avvicendano e sgomitano per accaparrarsi un posto di primo piano all’attenzione del mondo, conquistandosi così il titolo di più avveniristico, ce n’è uno che è talmente piccolo e versatile che ogni tanto rischia addirittura di non farsi vedere. Avete presente l’Opera House di Sidney, che con le sue vele spiegate torreggia e si specchia sull’oceano? Dimenticatela. Se c’è una cosa che il tempo di crisi ci ha insegnato, è che possibilmente, bisogna fare economia su tutto, spazi compresi.
Ne sa qualcosa Zaha Adid, che al Manchester Art Gallery, in occasione dell’appuntamento biennale del Manchester International Festival ha presenatato Johann Sebastian Bach Chamber Music Hall, una sala da musica che sfida il concetto stesso di “hall”. Si tratta di uno spazio creato da un andamento spiraliforme di una struttura in acciaio rivestita di una membrana traslucida, che resta sospesa come se fosse un nastro avvolgente. Pensata per accogliere soltanto 192 fortunati spettatori, possiede degli anelli fonoassorbenti in acrilico trasparente che permettono il controllo della diffusione del suono.
Nelle stesse intenzioni dell’architetto era infatti la volontà di ricreare quell’intimità ideale che nei salotti dei mecenati del XVIII secolo era frequente quando si esibivano i compositori nelle opere commissionategli. Compositori appunto, come Bach. Ecco l’ulteriore particolarità della sala da musica: essa è infatti pensata per accogliere un solo, particolare tipo di musica. Quello del elebre organista tedesco cui la stessa Adid si è ispirata. Questa spirale inclusiva, delicata e avvolgente crea un mondo alternativo all’interno del quale pubblico, musicisti e musica entrano in intima simbiosi, e tanto l’una tanto quanto l’altra parte diventano tutt’uno con lo spettacolo stesso, legati, per così dire, dal fluido nastro bianco della Adid.
Ma se l’avvicinamento con la platea è il proposito finale della sala, quello che la rende certamente diversa da tutte le altre Music Hall del mondo (oltre alle sue dimensioni ridottissime), è il fatto che non si tratta di una struttura “fissa”. La Johann Sebastian Chamber infatti è costruita in materiali flessibili, smontabili e rimontabili con estrema semplicità e che permettono il suo trasporto in maniera agevole da un posto all’altro. Il numero limitato dei posti, non solo assicura l’intimità di una performance dai toni ageè, ma anche la facile sistemazione in luoghi differenti dalla Manchester Art Gallery.
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