giovedì 21 aprile 2011
Magazzino di porte. Viaggio a puntate nella storia dei serramenti
4 - L’ETA’ NEOCLASSICA
Dapprima nel Barocco e nella Rocaille, quindi sempre più estesamente nell’ambito di un nuovo gusto antiquario che coinvolge l’intera Europa, si affermano incisioni, manuali e libri di modelli che si occupano d’arredamento. Vengono spesso proposte intere pareti, dove la porta che è fatta oggetto di un interesse uguale a quello degli altri elementi (l’immancabile console, la specchiera, il lambris), viene disegnata insieme al sovrapporta. Si può osservare la presenza della scala metrica e una certa economia e precisione di segno nelle incisioni che distinguono questa dalle tavole di altri repertori. (...)
Da dove far iniziare l’età neoclassica? Indubbiamente un caso precocissimo è quello inglese del primissimo Settecento, dove certe istanze di semplicità anticipano un gusto che s’affermerà nel continente solo dopo la metà del secolo.
Chiswich house nel Middlesex è un esempio evidente di questo nuovo raffinato gusto. Le porte a due ante riquadrate da specchi e di sgusci ad ovolo dorati, si rifanno ad una sobria scansione palladiana, rinascimentale non immemore di certi esemplari romani e pompeiani.
Parallelamente alle sistematiche rilevazioni e agli studi che, Winckelman in testa, interessano il mondo greco e l’Asia minore e che danno la stura ad un “gusto alla greca” di grande successo, sono il chiarissimo sintomo della messa in discussione del vecchio sistema rinascimentale-barocco e dell’esordio di un nuovo, plurale sistema che dalla Grecia a Roma, dalla civiltà egizia a quella etrusca sarà veicolo di forme più semplici e lineari rispetto al gusto precedente e pertanto adatto alla produzione in serie e alle macchine rozze della prima rivoluzione industriale. In tale quadro vanno intese certe produzioni ceramiche del secondo Settecento dalla Wedgwood e dal suo settore più sofisticato Etruria Hall, alla Ginori e a tante altre manifatture europee piccole e grandi.
L’età neoclassica offre esempi inconfondibili nell’allestimento degli interni e fenomeni del gusto molto marcati. Al rapporto Piranesi Adam, a quel bisogno di sentirsi antichi, che coinvolge la società più raffinata del secondo Settecento, si può certo riconnettere il filone neoetrusco che produce nel 1777 il celebre Gabinetto di Osterly Park a Londra nelle cui decorazioni a grottesca nel raffinato disegno delle girali, delle candelabre e delle figure che si ripetono per moduli, dipinte sulle pareti.
Decorazioni pittoriche antichizzanti di sapore ‘etrusco’ pompeiano, possono essere ritrovate e studiate in moltissimi esempi e tipologie: tra Settecento appunto, e Ottocento, le ritroviamo non solo nei più esclusivi salotti aristocratici ma anche nelle versioni quotidiane dell’offerta antiquaria dalle quali si ricavano tuttavia una serie di suggerimenti tipologici e decorativi, trabeazioni sagomate e soluzioni decorative che vanno da semplici fregi e cornici dorate, a motivi floreali, fino a veri e propri casi di decorazioni pittoriche.
I disegni e gli acquerelli che ritraggono interni e particolari di interni del primo Ottocento, offrono un contributo non secondario: ambientano bene le porte documentando il colore e gli eventuali decori delle pareti, con stoffe o con quelle pitture a stampino che saranno poi sostituite dalla più industriale carta da parati. Uno dei casi più stimolanti potrebbe essere quello di Karl Frederic von Schinkel, l’architetto tedesco più importante di tutto il XIX secolo, per alcuni suggerimenti che derivano dagli arredi Biedermaier della residenza di Glinike a Postdam, per alcune soluzioni molto eleganti adottate per quelle stanze e quelle porte rosse, appena riquadrate da cornici sottili, da cornici e da fregi dorati nel telaio che a loro volta richiamano la soluzione della parete.
Mauro Cozzi
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