lunedì 30 maggio 2011

Old Winter Palace- Luxor


Altro film, altra suggestione. Facendo zapping nei giorni passati mi è capitato di rivedere "Assassinio sul Nilo" , con l'indimenticabile Peter Ustinov nei panni dell'investigatore belga più famoso della storia (e un cast d'eccezione che conta anche Bette Davies, Mia Farrow e la bellissima Olivia Hussey). Oltre alla trama avvincente, un must nella storia della letteratura e del cinema, restano indimenticabili le location in cui sono state girate alcune delle sequenze più suggestive della pellicola.


Non mi riferisco tanto al battello Karnak, che con le sue cabine esterne, è rimasto nell'immaginario collettivo come "la" crociera sul Nilo. Penso al meraviglioso Hotel Winter Palace, il cui gusto tipicamente inglese si sposa con la ricchezza degli arredi interni ed esterni. Fu proprio qui che Agatha Christie ebbe l'ispirazione per il suo giallo più celebre, e qui decise di ambientare parte del racconto.


La splendida costruzione di questo albergo cinque stelle è stata ultimata nel 1886, e conta 86 stanze e 6 suites. Nel 1976 venne ampliata con un altro albergo, il New Winter Palace, abbattuto di recente perchè "snaturava" il tenore da super hotel di lusso. Al centro, un meraviglioso giardino pieno di piante tropicali, che la sera profuma come un paradiso terrestre (qualche anno fa andai in Egitto e mi fermai in quell'albergo per un paio di notti. Fu una delle esperienze più suggestive della mia vita!).

L'albergo è tutt'ora uno dei preferiti per le coppie in viaggio di nozze che vogliano respirare un po' di aria di fine ottocento.

lunedì 23 maggio 2011

Karesansui: ovvero l'arte del Giardino Zen



Noto che il design orientale, e più specificatamente nipponico, viene parecchio apprezzato, e quindi oggi torno felicemente sull'argomento e vi parlo del non plus ultra dell'essenzialità botanica, croce e delizia degli appassionati di giardinaggio.


Il Karesansui, anche detto giardino zen, è l'apoteosi del design minimale applicato con razionalità agli esterni. Nel giardino zen tutti gli elementi caratteristici del giardino tradizionale sono rappresentati in maniera simbolica da pietre e ghiaia. L'acqua è richiamata da fiumi di ghiaia, il cui moto si scontra con grandi pietre che paiono affiorare dalla superficie con una ponderatissima casualità. Il senso dell'arte giapponese che si basa sul wabi sabi (principio filosofico ordinatore, solo apparentemente caotico), risiede nel simulare il disordine della natura.
Manco a dirlo, per ottenere un effetto che sembri davvero casuale, la pianta del giardino ed il disegno del karesansui vengono studiati per mesi prima di porre le pietre!


L'effetto che viene ottenuto è un tutto estremamente rilassante, che induce alla meditazione sui grandi significati della vita. I monaci buddisti restano in contemplazione del giardino per raggiungere la serenità atarassica dello spirito.
Sembra che il motivo per cui questo giardino risulta rilassante, risieda nel fatto che rimanda all'occhio umano un'immagine che viene percepita come una sorta di messaggio subliminale: una forma d'albero colta a livello incoscio.


Sarà anche rilassante, non c'è che dire.... ma a me fa venire un gran caldo solo a vederne le foto!

venerdì 20 maggio 2011

Vacanze da sogno 2: il Riad Marocchino



L'altro giorno vi ho proposto un'idea vacanza decisamente poco praticabile, è vero. Anche questo non è detto che sia il miglior posto dove farsi un giro (vista la cronaca recente), ma confidando in un prossimo ripristino della normalità, lancio un suggerimento spendibile per il futuro. Spinta anche dall'interesse per le architetture tradizionali straniere, ecco a voi un altro spunto più accessibile, ma altrettanto charmant.


Questo che vedete è un'architettura tipica della zona magrebina, in particolare del Marocco, sebbene questa struttura sia diffusa in molte zone del Medioriente. E' il Riad, la dimora marocchina su due piani con il cortile interno. Il Riad, pittoresco e decisamente romantico, prende le mosse dal disegno dell'antica Domus romana, con il peristilio centrale (come del resto si vede anche nei resti dell'antica Volubilis), mutuata dalle successive culture arabe, e modificata secondo le esigenze delle calde zone magrebine.


Riad vuol dire letteralmente "giardino", una zona verde che spesso racchiude una vasca (niente affatto diversa da un impluvium romano), utile per refrigerare i corridoi su cui si affacciano le stanze dei due piani.
Il Riad è una validissima alternativa per chi decidesse di fare una vacanza in un alloggio alternativo. Di solito a conduzione familiare, conta al massimo cinque o sei camere. Ce ne sono alcuni decisamente eleganti, che rievocano location alla "Lawrence d'Arabia", altri più spartani e tradizionali, ma tutti quanti si dimostrano valide ed economiche alternative, per altro di solito full optional, a strutture alberghiere più turistiche.

mercoledì 18 maggio 2011

Regine e Re secondo la Coppola





Abbiamo parlato di torte, abbiamo parlato di moda, e soprattutto abbiamo parlato di arredamento. Non solo, abbiamo anche dato uno sguardo al Petit Trianon e a svariati carati di diamanti con le tiare reali. Per cui oggi, in modo totalmente naturale abbiamo deciso di dare, anzi ridare, uno sguardo alla figura di Maria Antonietta nelle sue vesti più pop ed affascinanti, ovverosia quelle del coloratissimo film "Marie Antoinette" di Sofia Coppola.



Fiumi di parole sono già stati spesi per osannare questa pellicola, che quando uscì nel 2006 stupì tutti quanti per il gusto eccessivo e trasgressivo delle sue ricostruzioni. Su tutto prevalgono i colori pastello e le decorazioni ridondanti. Sia che si tratti delle meravigliose torte glassate, delle acconciature o degli arredi opulenti, questo film è una vera festa per gli occhi.



Le avete viste? Dietro alle spettacolari calze turchesi infilate in quelle pantofoline di raso, ci sono un paio di Converse! Del resto le scarpe, ossessione femminile in qualsiasi epoca, rivestono un ruolo cruciale diventando il simbolo del deliziosamente superfluo e segno degli eccessi della sfortunata regina. A disegnarle per la corte francese non poteva essere che il "re" delle scarpe Manolo Blahnik (Sex&theCity docet).

lunedì 16 maggio 2011

Una crociera... decisamente Top Class



L'estate è dietro l'angolo e voi non sapete dove sbattere la testa. Lo sappiamo come funziona: la scelta di solito si riduce ad una ben poco ponderata decisione degli ultimi dieci giorni prima delle ferie. Scelta che di solito si risolve in una meta arrangiata di cui non si è mai pienamente soddisfatti.
Ecco quindi una bella idea che siamo certi, in qualsiasi periodo dell'anno, in qualsiasi luogo decidiate, apprezzerete dal primo all'ultimo momento. Per la verità serve una discreta disponibilità economica per permettersi una vacanza del genere, ma sognare non fa mai male, per cui anche noi concediamoci di fantasticare un po'.


Questo è quello che si definirebbe il non plus ultra delle crociere mozzafiato: la navigazione in uno yacht esclusivo. In questo tipo di nautica "di lusso" valgono due principi. Il primo è che non vi è limite al lusso, il secondo è che "lusso" è relativo e dipende dalla destinazione, come nelle destinazioni dell'Oceano Indiano in cui imbarcazioni tradizionale vengono modernizzate e rese esclusive anche e soprattutto dall'alta qualità di servizio offerto. Generalmente possiamo definire uno yacht di lusso quando a bordo è presente tutto ciò che serve ad assicurare livelli straordinariamente elevati di comfort e di privacy e quando gli arredi e le dotazioni non hanno nulla da invidiare per ricercatezza alla migliore suite di un albergo: aria condizionata, impianti satellitari TV e home theatre, palestre, saune, piscine, vasche idromassaggio collocate direttamente sul ponte, spaziosissime suites con ampie finestre che consentono la vista sul mare durante la navigazione.



Se pensate che lo yacht sia però troppo inflazionato, potreste optare per il caicco, imbarcazione in legno con tanto di vele spiegate per offrire l'emozione della navigazione old style in una elegantissima cornice.


Per i tipi che amano farsi notare, cosa c'è invece di meglio di mega catamarano di lusso, con allestimento e vivibilità interna simile a quelle di un grande appartamento?
Bello, vero? (Sospiro a pieni polmoni) Tutto questo mi fa venir voglia di mollare tutto e partire. Anche fare la hostess qua sopra non sarebbe affatto male.

mercoledì 11 maggio 2011

Magazzino di porte. Viaggio a puntate nella storia dei serramenti

(Ultima puntata!)

L'Art Déco


Il gusto che con la formula “Arts déco”, si diffuse dall’Europa all’America, può essere rintracciato, come è noto, in fenomeni che si situano in dissolvenza rispetto all’Art nouveau francese e tedesca. E’ noto che gli Arts déco nel loro evolversi incamerarono soluzioni formali tratte dalle avanguardie: i colori squillanti dei fauves, i nuovi classicismi di Behrens, i futurismi italiani o sovietici, le prime soluzioni razionaliste. Contemporaneamente ci fu disponibilità a ripensare i luoghi, con varie soluzioni ‘etniche’ sia europee che esotiche e coloniali, disponibilità a riprendere certi periodi della storia degli stili ora in chiave pompeiana.


Da Parigi e dal Rulhmann in particolare emergono spunti di grande interesse: in termini di materiali, con legni d’ebano o di palissandro o con radiche preziose, ulteriormente impreziosite da fili d’avorio o d’avoriolina che sono una delle caratteristiche ricorrenti del déco; con soluzioni originali come ad esempio l’enfasi data alle maniglie o alle serrature che nelle porte come nei mobili si in vere e proprie sculture; ricorre quel motivo neoclassico, “impero” od anche Biedermaier, di griglie a rombi che campiscono la superficie liscia delle porte; o come quei tessuti floreali di provenienza libertyaria ma riordinati con una nuova simmetria.


Anche il déco italiano si annuncia fertile, seppure complicato ancora d’eclettismo, pervicace in tutta l’ebanisteria del Bel Paese. Vi si ritrovano spunti formali transalpini e materiali d’Oltremare anche se l’avventura coloniale italiana non poté certo competere in fatto di varietà e approvvigionamenti lignei, con la Francia o con l’Inghilterra. Ci sono casi, anche qui, segnalabili per riproposte: La Casa Madre del Mutilato, progettata da Marcello Piacentini nel 1925-29, offre porte Novecento e déco di un certo interesse, ivi compresa anche una versione di quell’intarsio prospettico che già c’era parso fertilissimo negli esempi del tardo Quattrocento, e che ora ritorna qui semplificato e modernizzato in un pannello del pittore Eduardo del Neri o, in tutt’altro contesto, con una divertentissima ribaltina “architettonica” di Ponti. Risultano interessanti certi interni classicheggianti milanesi pubblicati da “Domus” nel 1928.


Su tutt’altro registro si pone il Palazzo dell’Istituto Nazionale delle Assicurazioni a Roma, realizzato dall’ingegnere Ugo Giovannozzi. Una vena déco che tuttavia s’adatta bene al substrato classico della cultura figurativa italiana e che può essere come tale riscontrato nei lavori di Ponti, di Portaluppi, di Piacentini, di Fichera, di Tufaroli o come Mario Moschi forse con Fagnoni, autore della maniglia della bella porta del ristorante nella Scuola di Guerra Aerea ancora a Firenze.


Quasi a pendant del qualitativo lavoro di maestri francesi come Rulhmann, Lalou, Sue e Mare, l’ambiente americano fornisce indubbiamente porte clamorosamente déco ma eterogenee per qualità, occasioni e materiali. Pochi degli esempi inseriti in questo repertorio hanno paternità di spicco, molti invece provengono da un’offerta antiquaria abbondantissima: protratta nel tempo dagli anni “ruggenti”, fino al cosiddetto Tropical déco degli anni quaranta e cinquanta.



Mauro Cozzi

lunedì 9 maggio 2011

A casa della regina Mary



Ebbene sì, questa è la casa che tutti vorrebbero. Ci sono ben sei salotti, otto bagni, un mucchio di camere da letto, una cantina fornitissima di vini pregiati e una biblioteca enorme con prime edizioni d'autore. Un paradiso. Nel quale purtroppo non riuscirete ad entrare.
Non vi sto pungolando con l'ennesima casa da sogno inarrivabile, anche perchè entrare in questo posto è "fisicamente" impossibile.


Si tratta di una casa delle bambole. La più grande e perfetta casa di bambole che sia mai stata progettata.
Questa chicca è una precisa riproduzione 1:12 della classica casa di epoca edwardiana ( ovviamente, trattandosi di casa delle bambole, non poteva che trovarsi in Inghilterra), il cui interno è una fedele ricostruzione delle stanze del Windsor Castle.
Questa meraviglia venne regalata da re Giorgio V a sua moglie, la regina Mary, da sempre amante delle Dolls House.


Ovviamente trattandosi di un "royal gift", non poteva essere una casa di bambole qualsiasi: questo giocattolo ha un vero impianto elettrico, due veri ascensori, un vero impianto idrico con caldaia. Anche il vino è vero, ovviamente, ed i libri sono stati stampati pagina per pagina. C'è perfino il caveau con i gioielli della corona (tutto rigorosamente vero, c'è bisogno di dirlo?).



Come se non fosse abbastanza, le suppellettili, le ceramiche, gli argenti, i lampadari ed i dipinti sono fedeli copie di quelli contenuti a Windsor; una precisione che ha richiesto l'opera di oltre 1500 artigiani per regalare all'amata regina una Dolls House da guinness dei primati.



http://www.royalcollection.org.uk/queenmarysdollshouse/house.html


sabato 7 maggio 2011

Inventionland: dove lavorare è un vero piacere

Chi lo ha detto che un ufficio deve avere un design rigoroso? Dagli Stati Uniti arriva la conferma che un ambiente colorato e divertente può favorire la produttività, soprattutto se il lavoro che vi viene svolto ha una componente fortemente creativa.
Ecco Inventionland, la più grande fabbrica delle invenzioni al mondo: i suoi "creationeers" realizzano per i clienti dalle 2mila alle 2.400 nuove invenzioni ogni anno, vendute in oltre 900 negozi tradizionali e online.



Meta di veri e propri pellegrinaggi alla scoperta delle nuove frontiere della vita d'ufficio, la fabbrica si sviluppa su oltre ventunomila metri quadrati a Pittsburgh; all'interno sedici location a tema tra cui una nave pirata, una caverna, robot giganti e un castello con ponte levatoio. Sul retro di Inventionland c'è un tappeto rosso che conduce a un vero e proprio studio di registrazione completo di stanza del suono e giganteschi green screen per gli effetti speciali.



Il merito di questo nuovo approccio al lavoro è di George Davison, fondatore e Ceo della Davison International, definito nel 2008 dal magazine Entrepreneur "un genio creativo". Non sembra un caso che il motto di Davison sia "voglio ispirare l'inventore che è in te".




http://it.finance.yahoo.com/notizie/Inventionland-l-ufficio-si-yfin-1047188398.html?x=0

venerdì 6 maggio 2011

Shaun Kearney for Cynthia Steffe Spring Summer 2011


Double Helix
Featuring Shaun Kearney for Cynthia Steffe
Spring / Summer 2011
Directed by David Mcintyre

mercoledì 4 maggio 2011

Aste da capogiro: Christie's vs Sotheby's



Se di tutti i vizi umani il peggiore è l'avarizia, ad andare all'asta di oggi di Christie's, non si rischierebbe di incorrere nella condanna divina. Di tutti i buoni motivi adducibili per fare soldi a palate, questo di oggi mi pare quello più coerente e soddisfacente.
Il colosso mondiale delle aste infatti ha deciso di "aprire la cantina" proponendo alla facoltosa platea una collezione da cardiopalmo.

Boldini, Cezanne, De Chirico, Chagall, Seurat solo per citare quelli "un po' meno" famosi ( !!!!!!!! ) , sono i protagonisti di queste due giornate di vendita, in cui praticamente tutta la storia dell'arte moderna occidentale passerà dagli spalti del Rockfeller Plaza. I più attesi però sono loro: Monet, con "Le Peuplier" stimato addirittura tra i 20 e i 30 milioni di dollari, Matisse con uno dei dipinti della celebre serie "La fenetre ouverte", e Renoir con la "Bagneuse assise". Ma gli occhi saranno puntati tutti sui tre pezzi di Picasso, appartenenti a vari periodi artistici del pittore catalano, per i quali Christie's si augura di incassare più di quanto ha fatto la settimana scorsa la rivale Sotehby's con i "suoi" Picasso proposti.



Chissà chi la spunterà con questa tornata d'impressionismo? Noi possiamo solo sospirare, guardare e roderci il fegato!

The Snob magazine presents Baccarat's Highlights Collection.



The Highlights Collection has designs and pieces from several world famous artists, including: Michele De Lucchi, Jaime Hayon, Eriko Horiki, Yann Kersalé, Arik Levy, Alain Moatti & Henri Rivière, Philippe Starck and of course Baccarat themselves.