venerdì 29 luglio 2011

Vita da camperisti


Lo ammetto. Ancora non ho ben capito cosa farò per queste vacanze estive, e quindi da un paio di settimane a questa parte mi sono messa a spulciare internet alla ricerca del soggiorno ideale. Fra le tante che mi passano per la testa digito caravan su google, giusto per farmi un'idea.
Avete presente che in questa parte di mondo consideriamo lussuoso il sette metri mansardato della Knauss?
Ricredetevi. Noi europei non ci capiamo nulla in certe cose.


Ecco questi tir sono la quintessenza del pensiero americano sulla vita da naturalisti in camper. Veri e propri pullman con spazi espansibili, per non far mancare nessuna comodità ai fortunati possessori di questi gioielli di comfort.



Ditemi la verità. La barattereste anche voi casa vostra per stare qui....

giovedì 28 luglio 2011

Olimpiadi 2012. Lo stadio di Londra


Siete pronti per il 2012? Ok, non vi spavento. Niente superstizioni insensate di apocalissi mondiali: non stiamo parlando di disgrazie e sciagure previste da profezie previste in epoca precolombiana.
Ma l'anno X è importante anche perchè sarà l'estate delle olimpiadi a Londra.
Per celebrare il lieto evento nella terra di Queen Elizebeth, le grandi opere sono già state avviate ed ormai in via di ultimazione. Fra queste grandi strutture anche lo stadio, stadio è stato pensato come unica arena da 80.000 posti. La costruzione sarà l'elemento centrale dei Giochi del 2012, infatti, ospiterà le cerimonie di apertura e chiusura e le manifestazioni di atletica leggera.



Per la parte esterna, il progetto prevedeva, un rivestimento in plastica, o forse di tessuto ecologicamente sostenibile, come la canapa con un design di tipo murale, ma al momento questa soluzione è stata accantonata. Le ultime soluzioni presentate prevedono una copertura con degli striscioni di 2,5 metri, posizionati in modo irregolare per consentire l'ingresso allo stadio dalla parte inferiore della struttura, tenuti in tensione da diversi cavi.



Il progetto dello stadio olimpico ha ricevuto diversi tipi di critiche. I giudizi sono molto diversi. Per molti è da considerare "magnifico", mentre altri altri lo definiscono una "ciotola ". E' stato promosso ad esempio di "sviluppo sostenibile", ma alcuni critici hanno messo in discussione sia la scelta architettonica sia il suo valore estetico e di idoneità come icona nazionale. Ad esempio, Ellis Woodman sul progetto si è così espresso: "Il principio di essere smontabile è benvenuto si dimostra un evidente interesse verso la creazione di una economia di mezzi e, come tale, è l'antitesi dello stadio di Pechino. Ma se questo è un risultato, non è un buon risultato architettonico. I termini di progettazione di ciò che stiamo vedendo sono piuttosto poco emozionanti".



Sarà. Aspetteremo con impazienza di vedere se lo stadio ed i giochi saranno davvero la fine del mondo!.

lunedì 25 luglio 2011

Jimmy Choo: romantica vertigine



Finalmente è uscita anche la nuova campagna pubblicitaria di Jimmy Choo per la collezione autunno inverno 2011/2012. Ero davvero molto curiosa di vedere cosa ne sarebbe uscito, perchè lil fotografo di moda Steven Meisel ha deciso di unire due cose che mi sono sempre piaciute: il Waldorf Astoria di New York, ed le dive degli anni 70, tipo Catherine de Neuve



La campagna infatti si ispira al glamour cinematografico di quegli anni per trasmettere il il lato più oscuro e sovversivo della femminilità.



L'intento dello shooting era quello di catturare una scena d'amore fra due amanti, una cosa proibita e probabilmente rubata. Ecco perchè la scelta di questa location e della particolare ripresa in stile off-camera

venerdì 22 luglio 2011

London Sales



Io lo so. Uno esce prima da lavoro e se ne va a fare due passi in centro, e come si avvia fra le vie assieme agli altri passanti ad un certo punto, prima o dopo viene investito da cinque lettere cubitali urlanti dalle vetrine. SALDI.
Che fare? Cedere o non cedere? Fermarsi "solo per un'occhiatina" o proseguire stoicamente per la propria strada?



La verità è che nessun saldo può esser definito tale, senza che porti impresso sopra di sè l'inconfondibile font allungato ed esotico di Harrods.
"Dallo spillo all'elefante" è il celebre motto del grande magazzino più famoso ed assaltato del mondo, in cui c'è tutto da per tutto e per tutte le tasche. Di solito l'apertura dei saldi estivi (così come quelli invernali), è salutato con un tripudio di celebrities ed eventi, che fanno la gioia di fan ed avventori.



Si stimano 250.000 visitatori nel solo periodo dei saldi, motivo per cui Harrods cerca sempre nuovo personale ( e per questo è una delle mete preferite per giovani stranieri che studiano a Londra)



E dentro (chi è stato lo sa), ci si può imbattere in qualsiasi cosa: dall'arredamento di antiquariato, all'ultimo cd di Lady Gaga; dalle borse di Prada all'ultima ed esclusivissima creazione di design per la casa.
Il tutto ribassato fino al 65%. Un affare, per tutti i fashion victims e i brand addicted..


No, amici. L'elefante non lo mettono sul serio in saldo...

mercoledì 20 luglio 2011

Glamis Castle: l'horror come marchio di fabbrica



Sarà che il tempo, freddo tutto insieme, mi ha fatto venire in mente suoni di cornamuse ed enormi distese di terra color smeraldo bagnata di pioggia insistente, ma il fatto è che oggi parlare dei castelli scozzezi rientra proprio nelle mie corde.
La Scozia è una delle terre più ricche di castelli d'Europa: se ne contano tantissimi fra ruderi e manieri sontuosi, in un fazzoletto di terra che è effettivamente limitato.
Residenze fiabesche, tutt'ora abitate e spesso addirittura sistemate a residenze di charme.
E come si sa, non si può parlare di castelli scozzesi senza parlare anche delle leggende spaventose che circondano queste imponenti costruzioni.



A proposito di ciò non possiamo esimerci dal menzionare il castello più infestato del mondo: il castello di Glamis. Sorto nel punto in cui Macbeth uccise il cugino Duncan re di Scozia, si tratta di un magnifico castello del 1300, in cui si sono susseguiti tutta una serie di morti strane, incidenti inquietanti,efferati omicidi e chi più ne ha più ne metta.



Dalle macchie di sangue mai sbiadite dai pavimenti di pietra, alle numerose stanze segrete mai trovate, Glamis vanta anche un mostro di famiglia (si dice uno dei figli del conte Patrick Strathmore, nato deforme e rinchiuso in una segreta) una camera introvabile da cui si sentono rotolare i dadi del demonio,  e almeno quattro spettri accertati (un bambino nero, una donna con la lingua mozzata, Lady Campbell arsa sul rogo perchè accusata di stregoneria, ed un folle che corre urlando per il giardino), ed un terribile segreto che viene tramandato solo ai discendenti maschi della famiglia, che viene rivelato nel giorno del 21esimo compleanno del giovane.



Se vi è venuta voglia di saperne di più o tentare di scoprire qualcosa delle leggende di questo incredibile castello stregato, perchè non andate a visitarlo? E' aperto al pubblico, e se non avete problemi di tempo e soldi, potrete addirittura pernottare in una delle stanze degli ospiti.
Ricordatevi però che qualche secolo fa', alcuni ospiti del Glamis Castle vennero rinchiusi nelle segrete e lasciati lì a morire di fame.
Uomo avvisato...

lunedì 18 luglio 2011

Ennis House: amori di celluloide e mattoni




Continuiamo a parlare di case da cinema. Se qualche giorno fa mi è piaciuto parlare di abitazioni abitate da nomi importanti del cinema e della musica ( Viva Chris... :-D ), ed abbiamo ammirato gli interni fantasticando di poter godere della magica atmosfera satinata che vi si deve respirare.
E se invece fosse la casa la vera celebrità? O meglio: cosa si prova ad abitare in una casa che rappresenta il set cinematografico ideale per un mucchio di film?



La Ennis House, gigantesco edificio alle porte di Los Angeles costruito a metà degli anni 20 in puro stile Maya dall'architetto Frank Lloyd Wright, è una delle ville più fotografate di tutti i tempi. La sua particolarissima struttura, simile ad un tempio precolombiano, è retta da una massiccia e possente base di pietra, da cui poi si dipanano una serie di corridoi sorretti da colonnati decorati.



La casa ha avuto bisogno di numerosi restauri nel corso del tempo: specialmente dopo il terremoto del 1994 e gli uragani del 2005/2006. Malgrado le avverse condizioni esterne, resta ancora a farsi ammirare, e si presta come location per numerosissime pellicole e telefilm.
A partire dagli anni 30 i suoi esterni sono apparsi nei più diversi film: dagli horror fino ai veri e propri cult generazionali: ve la ricordate in Blade Runner?
E poi, da allora i film sono stati dozzine: da Predator 2 a Karate Kid, fino ad arrivare a Mulholland Drive, ad episodi interi di telefilm come Twin Peaks e Buffy.
Addirittura fa la sua comparsa in una puntata di South Park!



E' appena stata acquistata dal miliardario Ron Burkle per appena 4,5 milioni di dollari (ovvero un terzo del suo effettivo valore)

mercoledì 13 luglio 2011

Karim Rashid e l'ispirazione plastica



Sono una vera fan di Karim Rashid.
Tutto quello che fa, il modo in cui usa le materie plastiche, l'intensità dei suoi colori, la maniera in cui gioca con gli accostamenti.
Penso non soltanto agli oggetti di culto che nel corso degli anni ha creato mantenendo intatto il suo eccentrico stile colorato, ma anche e soprattutto alle sue prove di designer d'interni.



Che dire della sua minuscola casetta prefabbricata alle porte di New York, in cui si ritira per staccare dai suoi ritmi infernali? Luminosa ed arredata con pezzi unici e particolarissimi da lui disegnati.



Prendiamo per esempio la Modular Sustainable Home, che è fatta interamente di Corian, materiale resinoso di grande duttilità. Il progetto della casa consta di una serie di ambienti ( pochi per la verità, dal momento che si tratta solo di zona giorno, bagno e camera) illuminati da pareti luminose. Tutto è essenziale, e animato da uno stile organico e futuristico, e l'impianto fotovoltaico di cui si serve è stato appositamente studiato per garantire la massima illuminazione col minimo impatto ambientale possibile.



Da dove avrà tratto la sua ispirazione secondo voi?
Io un'idea ce l'ho...


lunedì 11 luglio 2011

L'intervista di Repubblica a Sige Gold


Oltre all'arrivo della nuova linea di porte Goldie, Sige ha fatto la sua comparsa anche su Repubblica. Venerdì scorso è uscito sul noto quotidiano un articolo a firma di Maurizio Bologni. Qui di seguito, un brano dell'intervista a Luigi Gallai.


"NEL capannone di Cavriglia si fanno gli ultimi ritocchi alla sontuosa porta scorrevole, azionata da fotocellula che schiuderà l' accesso alla piscina interna di una villa, costo dell' oggettino 35.000 euro. Quando ha visto il rendering, il committente, un alto membro del Parlamento armeno, non è sembrato del tutto convinto. «Bella, Luigi, non c' è che dire, ma non è che potresti aggiungere altro oro?» ha obiettato rivolto a Luigi Gallai, che coi figli Simone e Manuela conduce l' azienda di famiglia a Cavriglia, la Sige, nata nel 1971 come impresa di serramenti, oggi assorbita dalla produzione di lusso della sua divisione Sige Gold. È sempre così: ai danarosi clienti "russofoni", come li chiama Gallai, l' oro della decorazioni non sembra mai abbastanza, ossessionati come sono dall' ansia di ostentare uno sfarzo più sfavillante di quello del vicino..."



Il resto lo potete leggere al link riportato qui in basso.






http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/07/08/cavriglia-la-fabbrica-delle-porte-oro.html

venerdì 8 luglio 2011

Gli incredibili, ruggenti anni venti



In tutta onestà, gli anni venti mi piacciono un sacco. Uno dei primissimi post del blog l'avevo dedicato proprio al ritorno delle tendenze dei ruggenti anni venti nel mondo del cinema e della moda.



Inutile tentare di ignorare le paillettes, le collane di perle lunghe, le sparatorie ed il proibizionismo. La torbida magia di quegli anni è suggestiva ed evocativa, e come si può non lasciarsi incantare dalle storie di amore, morte e crimine? Bonnie e Clyde vi dice nulla?



Altrettanto intrigante è l'ambiente che la mitologia dei Roaring Years ha suscitato nell'immaginario collettivo. Gli Speakeasy nascosti nei sottofondi delle città che si aprivano su locali nascosti e lussuosissimi, dove lo champagne scorreva a litri prima dell'ennesima retata della polizia.


Proprio quest'ambiente fumoso ed ovattato ha dato l'ispirazione a Sige Gold di creare una collezione, la Glam, completamente incentrata sull'essenzialità fascinosa e metrochic di quell'epoca.


giovedì 7 luglio 2011

Castelli disneyani per bambole esigenti


La Regina Mary sapeva il fatto suo quando si fece regalare quella deliziosa residenza in scala, di cui abbiamo parlato qualche tempo fa. Certamente avrebbe apprezzato anche il Fairy Castle di Colleen Moore, esposto al Museum of Science and Industry di Chicago, che quanto a grandezza e tipologia di arredi è la degna erede della più famosa casa di bambole d'Inghilterra.



Creato dalla star del cinema muto Colleen Moore durante il decennio degli anni '30, venne donato al Museo nel 1949. Al suo interno si dipana un complicato reticolo di stanze e horti conclusi, con dei pezzi che sono delle vere citazioni della Queen Mary's Dolls House: i serviti di piatti e tazze della cucina, e la sedia dell'Incoronazione che si trova in Westminster.



La Moore, da sempre appassionata alle case di bambole, si recò in visita in Inghilterra, e fu lì che ebbe modo di vedere il capolavoro della famiglia reale inglese, e da lì trasse ispirazione per il proprio castello.
Curatissimo in ogni particolare, al suo interno si possono trovare veri gioielli, la più piccola Bibbia mai stampata al mondo, nonchè una serie di arazzi disegnati e dipinti di propria mano da Walt Disney. Una vera chicca è la stanza di Cenerentola, in cui lui stesso pensò agli affreschi riproducenti la famosa fiaba di Perrault.



In effetti gli arredi di questo palazzo ricordano molto le ambientazioni fiabesche disneyane...Sarà una mia idea, ma se fossi una bambola preferirei abitare nella Queen Mary doll's House.

Voi che dite?

mercoledì 6 luglio 2011

Storia del cinema a prezzi "onesti"


Colazione da Tiffany e la parva residenza newyorkese di Gwyneth Paltrow mi hanno fatto venire in mente che recentemente è stata messa in vendita la residenza di un'altra grande diva del cinema americano. Si chiamava Hepburn pure lei, ma con Audrey aveva poco a che vedere, a parte la fama: Katharine Hepburn, una delle più acclamate ed amate dive del cinema negli anni 50, era americana fino al midollo, mentre la delicata interprete di Sabrina era di origine inglese.



La casa di Katharine è stata messa in vendita per la modica cifra di 28 milioni di dollari. Un prezzo esorbitante anche se si considerano le cifre spropositate a cui siamo abituati quando qualcuno dei VIP di Hollywood decidono di prendere armi e bagagli e trasferirsi in altre super magioni (vedi Aaron Speling&Co). A tal riguardo la villa di Liz Taylor di Bel-Air è stata venduta per "soli" 9 milioni di dollari.



La villa fu interamente ricostruita nel 1938, perchè venne spazzata via completamente da un uragano, ma quello che ne è stato fatto dopo è un gioiello di sobrietà ed eleganza, profondamente diverso dalle ostentazioni di altre dimore.



In un perfetto e desueto stile coloniale, si sviluppa su tre ettari di terreno , con tanto di molo e spiaggia privata, conta, fra le altre stanze, anche sei camere da letto, otto bagni ed un enorme camino nel soggiorno. Nel 2004 venne acquistata da Frank Sciame e consorte, per 6 milioni di dollari e ristrutturata interamente mantenendo lo stile dell'epoca.



Chissà quali interventi le avranno fatto all'interno per farle aumentare così esponenzialmente il suo valore!

lunedì 4 luglio 2011

Gwyneth Paltrow ed il karma del fattore C


Stamattina in macchina, con la radio che sparava Fix You a tutto volume mentre andavo a lavorare, mi sono fermata a pensare a quanto mi piacerebbe vedere prima o poi un concerto dei Cold Play, e, oh!, se è sexy Chris Martin!
Rimuginando sulla fortuna di Gwyneth Paltrow ad avere un marito così avvenente ed una scarpiera piena di Manolo, ho fatto un po' di googoling sulla coppia inglese per eccellenza...ed indovinate? Dopo aver visto la loro casa, ho pensato che nella vita di certa gente il fattore C agisce più di un Deus Ex Machina in una tragedia di Eschilo....



Questo è l'appartamento newyorkese di Tribeca della coppia. Ecco. Non la pensate come me?
Tutta la casa è arredata secondo un'ispirazione fiabesca che viene magistralmente esplicitata da una delle camere da letto: un baldacchino degno di Biancaneve, con tanto di rami intrecciati e carta da parati a stampa di rampicante.



Altra chicca è il salotto dove, a sostituire il divano c'è un soffice dondolo foderato d'immacolata simil pelliccia.




Le sfumature angeliche, che degradano dal rosa, all'avorio, all'azzurro pastello, con riflessi d'oro si rincorrono come un delicato leitmotiv per tutte le superfici dell'abitazione.



Deliziosa!!