martedì 29 novembre 2011

The Hoke House: una casa da perfetti vampiri


Sono passate ormai due settimane dall'uscita del tanto osannato ed atteso ultimo capitolo della saga Twilight. Ho accompagnato la sorellina, dopo giorni d'insistenza e devo dire che, pur non essendo una fan della saga e dei libri...sono rimasta sbalordita!
Premetto che non avevo mai guardato nessun film precedente, per cui non sapevo che mi ero persa una meravigliosa casa Cullen, nel perfetto stile di questo blog! Per cui, accertatami che non fosse un set cinematografico, ho scoperto svariate cose interessanti.

Si chiama The Hoke House, e si trova a Portland, nello stato di Wagshinton. E' stata progettata sulla base di specifiche richieste della famiglia Hoke per sfruttare al meglio la poca luce di quelle zone boscose del nord degli USA. La costruzione, interamente studiata da Jeff Kovel, e fa delle lunghe vetrate e degli spazi asimmetrici i punti di forza per ottenere una pianta sorprendente di oltre 4.000 metri quadrati.



Alla famiglia Hocke è piaciuta molto l'idea di avere per inquilini la stilosa famiglia di vampiri chic (e la considerevole copertura massmediatica che ha avuto l'amena residenza). Gli è piaciuta talmente tanto che, udite udite, hanno piazzato sul mercato l'immobile per la ragionevole cifra di 3 milioni di dollari...



Vampiri in ascolto siete avvistati. Preparatevi a sborsare per una degna magione!

martedì 22 novembre 2011

Vuitton e Ruben Toledo inaugurano il nuovo store a Hong Kong

La notizia è di pochissimi giorni fa, ma ancora in pochi l'hanno saputo. Sul fatto che le grandi case di moda aprano sempre nuovi spazi e nuovi punti vendita non è di certo una novità.
Ma stavolta, Louis Vuitton, per inaugurare il suo nuovo spazio a Hong Kong ha fatto qualcosa che noi vi avevamo annunciato in anteprima alcuni mesi fa.

Ve la ricordate l'intervista a Ruben Toledo che vi avevamo proposto in estate? Ci raccontò che nella sua coloratissima pentola, bollivano illustrazioni per il noto marchio francese. Detto fatto, con l'inaugurazione del nuovo punto Vuitton ad Hong Kong sono uscite anche le guide e le cartoline che Toledo ha illustrato.

L'evento è stato seguitissimo, da vip e gente comune, in una vera e propria festa con tanto di rinfresco e cocktail.



Vi faccio notare le scatole di bambù per cuocere i nikuman. Sono colorate come le pareti dello store e tassativamente marchiate LV !!

giovedì 17 novembre 2011

Professione Archistar: Intervista esclusiva a Renzo Costa


Per uno che comincia la propria attività nel mondo delle costruzioni aerospaziali, non si può che parlare di una carriera che decolla sotto i migliori auspici.
Ed in effetti di strada, Renzo Costa ne ha fatta, se nel giro di pochi anni dal suo esordio come architetto ha ricevuto premi e riconoscimenti che lo hanno condotto in giro per i quattro angoli della Terra: dal Brasile, all'Uruguay finanche al Sudan la strada è davvero breve, ed ogni volta, si tutte le esperienze, Costa si porta qualcosa di nuovo che costantemente riaggiorna amalgamando sapientemente il gusto italiano che determina in maniera costante le sue costruzioni, e che ogni volta dimostra di essere la carta vincente.
Siamo andati a vedere il suo curriculum e siamo stati colpiti immediatamente da un termine. Si dice, in una pubblicazione, che lei è sostenitore dell' "architettura del movimento". Di cosa si tratta?
Da anni sostengo l’Architettura del Movimento, “un’Architettura” che trasforma le architetture disegnate con grazia, o le Architetture Totalitarie dei cubi di vetro in un insieme di piani e membrature che vibrano. I confini vengono ripensati, sfidando la staticità delle forme e dei volumi attraverso un ripensamento degli stessi, sovvertendo i limiti tra esterno e interno, vibrando nella torsione della materia. Slittamenti tangenziali, enfatizzazione dei punti di fuga, taglio ardito di certe prospettive sono gli elementi fondamentali costituenti la base del progetto. L’apparente movimento delle membrature in corrispondenza dell’aggirarsi in un edificio, così progettato, trova il suo riferimento nell’ archetipo della danza. Con l’Architettura del Movimento, cerco di spiegare come, degli oggetti che per loro natura sono immobili, possano essere percepiti in tensione e in movimento, in maniera subliminale, per inquadrature.

Qual è stato il progetto che ha segnato una svolta artistica nella sua carriera di architetto?
La mia storia professionale viene da molto lontano, a parte la predisposizione naturale e la passione per questo lavoro, la professione è fatta di tante esperienze che bisogna accumulare senza farle scivolare via. Parlerei piuttosto di quando un opera realizzata, in un momento “fortunato” fa sì che da “trasparenti” si inzia ad essere identificati e richiesti, ma questo non accade mai per caso, è il frutto di tanta costanza e sacrificio, e guai a non averla. Penso che la realizzazione dell’UNA Hotel Malpensa sia il vero punto di svolta. Ad ispirare quel progetto fu il concetto di dinamismo, esplicitato ancora una volta dall'architettura del movimento , e declinato in ogni spazio dell'albergo attraverso un forte richiamo a ciò che più di ogni altra cosa è in modo perpetuo, il mare con le sue onde infinite, i suoi vasti spazi ed il concetto stesso del viaggio ( non ci si deve scordare che Malpensa è un nodo di scambio fondamentale per i viaggiatori di tutto il mondo), e l'emozione e l'avventura derivata da questo. Sono ben undici piani, avvolti da due grandi vele argentate, asimmetriche e contrapposte con una lama rossa che taglia in diagonale l'intera struttura: ciò mi pare doni ancora più dinamismo a tutta la struttura. La pianta dell'edificio è a forma di pesce, richiama il mare ed il suo movimento.


Lei ha “vestito” per così dire di nuovi panni l’hotel Hilton di Roma. Da quale idea ha attinto per restituire un concept differente al prestigioso albergo?
Sono tre i punti essenziali che caratterizzano fortemente il mio progetto architettonico : la realizzazione di un nuovo ingresso esterno al centro congressi, con una nuova viabilità di accesso e soprattutto con un’altra copertura completamente rinnovata, costituita da un ardito paraboloide che con la sua forma dinamica realizzata in acciaio e cristallo copre il nuovo scalone di accesso, elemento architettonico espressivo di forma triangolare progettato seguendo la filosofia trainante dell’ architettura del movimento. Dopo questa struttura si doveva creare e ampliare l’area dedicata allo shopping e alle sale conferenze prospicienti la terrazza Monte Mario. Seguendo il concept generale che ha guidato la ristrutturazione architettonica e funzionale dell’ hotel, la nuova area commerciale si inserisce nell’ hotel inteso come luogo evento tanto che è stata progettata pensandola collegata con un ingresso autonomo, posto sul fronte principale, proiettata con le sue trasparenze verso i giardini del parco e lo straordinario panorama della città. L’obiettivo principale, oltre a quello di riqualificare l’area consiste nell’aumentare la comunicazione di nuovi spazi commerciali con il territorio circostante con una continua e completa osmosi con la città. Rispettando i canoni della nuova filosofia alberghiera mi sono concentrato sulla rivisitazione globale dell’ hotel con l’obbiettivo di coordinare, modificare ed innovare gli standard ottimizzando in una rilettura totale tutte le sovrapposizioni, anche stilistiche che inevitabilmente si generano quando gli hotel superano i quarant’anni di età.



Lei ha condotto numerosi progetti in tutta Italia, ma ha anche avuto modo di farsi conoscere anche all'estero, dagli States al Giappone, passando per la Libia ecc.. Come viene percepito il design italiano al di fuori dei nostri confini?

Come elemento caratterizzante del nostro design è il “bello” , ma soprattutto con la consapevolezza che l’immagine della qualità che rappresenta è l’elemento fondante di uno” Status symbol”, di un popolo che ha cercato di stabilire un rapporto fecondo tra la sua storia ed il bisogno di produrre futuro.

mercoledì 9 novembre 2011

Fiaccole e biscotti allo zenzero



La Scandinavia in genere, è un luogo carico di tradizioni secolari e molto interessanti, sconosciute per lo più da noi dei paesi mediterranei. E, manco a dirlo, la grande protagonista di queste tradizioni è ovviamente la natura, intesa come ciclico riproporsi di alternanze suggestive: luce ed oscurità, primavera ed inverno. Sintomatico di questo connubio fatto di rimandi ed intensi scambi, sono i molti luoghi incastonati nel verde che del verde fanno il tema principale. Non si possono citare a tal proposito i celebri musei etnografici all'aria aperta, come quelli ad Oslo e Lillehammer, a cominciare dai caratteristici musei all’aria aperta, oppure gli immensi parchi presenti in ogni città che spesso ospitano opere d'arte. Il bellissimo Frognerparken di Oslo è stato concepito dallo scultore Gustav Vigeland che, tra il 1924 e il 1940, vi ha sistemato ben 150 gruppi bronzei e in granito.


In un panorama così gaio e smeraldino, non riusciamo ad immaginare una festività più viva e sentita del 30 aprile, che segna, in questi luoghi freddi segnati da inverni rigidi e lunghi, il ritorno della primavera. Una sorta di proseguimento di questo inno collettivo alla primavera è la festa di mezz’estate, nella notte del Solstizio di San Giovanni (24 Giugno), durante la quale si accendono fuochi ovunque, sebbene le lunghe giornate di luce disperdano gran parte della suggestione delle fiaccole. Altro protagonista della festa di San Giovanni, se i fuochi dovessero essere stati poco visibili, sono i così detti alberi di maggio, alti tronchi intrecciati di nastri colorati, innalzati in ogni piazza fino a raccogliere i raggi più radenti del sole, ed intorno ai quali si danza e ci si abbandona all'allegria.


Accanto alle festività legate al solstizio d'estate, non si può scordare le celebrazioni per il giorno di Santa Lucia, la notte più lunga dell'anno che vuole l'accensione di fiaccole e candele che le ragazze più grandi delle case indossino con un saio bianco ed una cintura rossa, impersonando la santa. Nella notte offrono dolci a vicini, parenti ed insegnanti, regalando nastrini colorati e biscotti speziati. Si tratta di una delle festività più sentire dell'intera Scandinavia, soprattutto perchè, come a Natale, i bambini sono i veri protagonisti della festa.

giovedì 3 novembre 2011

Bunny Lane di Adam Kalkin


Per continuare sull'onda delle sistemazioni davvero strane e particolari, stavolta vorrei farvi stravolgervi, dicendovi che l'abitazione del futuro sarà volta al risparmio e al riutilizzo di elementi difficilmente smaltibili. Giusto, fin qui nulla di strano, ma gli elementi in questione non sono altro che vecchi container.
State pensando a gente stipata dentro carichi di guanti e tute da lavoro per passare il confine? Scordatevelo. I lavori di Adam Kalkin non sono roba da rifugiati, ma vere e proprie abitazioni di lusso, estensioni per musei e addirittura alberghi.



Esempio mirabile di come la genialità di questo architetto riesce a vedere oltre le pareti rugginose di un vecchio cargo, immaginandoci sontuose abitazioni ipermoderne, è Bunny Lane, casa ricavata in un vecchio hangar industriale, e che è una casa all'interno di un'altra casa (la più interna è addirittura una casa tradizionale del New Jersey).


Kalkin sembra trarre ispirazione da una grande varietà di stili architettonici, che può essere visto nella casa. La giustapposizione del nuovo, del vecchio e del bizzarro (come la croce messa sopra la porta del capannone) riescono a fondersi insieme fino a creare calde atmosfere. Una soluzione davvero ingegnosa per un riciclo in grande stile!