venerdì 28 ottobre 2011

sogni di stoffa e celluloide

Distrattamente oggi mi sono imbattuta in una classifica stilata da Sky Movie sui vestiti più belli della storia del cinema. Sinceramente ci sono rimasta quasi male , perchè non mi trovo affatto d'accordo con chi ha giudicato ( ma si può dare la palma del miglior abito a Keira Knigtley in Espiazione?!). Per cui, senza perdere altro tempo vi notifico la mia personale classifica dei 10 vestiti più belli della storia del cinema.

10) Vivian Leigh, "Via col Vento", incorsettata nell'abito verde da merenda della bisbeticissima Rossella.  No. Non protestate. Che vi piaccia o no questo è un caposaldo della moda nel cinema, e chiunque si immagini di pasteggiare nel 1874 in Virginia del Sud non può fare a meno di pensare ad una nuvola verde e bianca con un gran cappello di paglia portato negligentemente sulle spalle.

9) "Grease" Olivia Newton- Jones. Sexy come una pantera , Olivia Newton Jones, alias Sandy, acquista mille punti dopo esser passata dalla stylist delle Pink Ladies nella sua attillatissima versione bad girl. Oh yeah!


8) Keira Knightley in "Espiazione". Ok. Lo ammetto. E' davvero un gran bel vestito. Ma di qui a dire che è il più bello di tutta la storia del cinema ce ne corre. E' leggero ed elegante, perfetto per cadere addosso alla filiforme Keira. Ma c'è di meglio. Eccome se c'è.
7)Humphry Bogart in "Casablanca". Ecco quando si dice eleganza fatta paltò ( non ho mai detto che sarebbe stata una classifica "for women only"!). Non a caso il nome di questo modello di trench è "Bogart": come si può resistere ad un uomo così raffinatamente incappottato?
6) Marlene Dietrich in "Marocco". Una sola sola sola parola. Divina. Se si pensa a Marlene la prima immagine che viene in mente è il suo volto scolpito ed etereo incastonato in un ambiguo frac da uomo con tanto di tuba. Lo ripeto. Divina.
5) Kate Winslet in "Titanic". Premesso che TUTTI i vestiti di Rose De Witt sono assolutamente meravigliosi, il più bello, per la sua semplicità e ricercatezza, è il vestito in voile con cui scappa nelle fucine dei macchinisti. Ve lo ricordate? Avete mai visto nulla di più leggiadro?


4) Claudia Cardinale ne "Il Gattopardo". Scusate, ma un po' di campanilismo quando ci va ci vuole. Ci siamo scordati di quanto è bella Claudia Cardinale quando balla col Principe di Salina? Se evete voglia di vedere questo celebre abito dal vero, fate un giro alla Venaria di Torino. E' in esposizione alla mostra del costume. 54 centimetri di girovita. Pazzesco!



3) Rita Hayworth in "Gilda". Eccoci sull'Olimpo. Questo sì che è un vestito che ha fatto la storia del cinema! Indimenticabile Rita che balla e canta "Amado Mio" stretta nel suo abito a sirena, con tanto i spacco e guanti lunghi. Sensualità allo stato puro. E se la prima bomba la napalm venne chiamata Gilda, un perchè ci doveva pure essere...


2) Parimerito. Sinceramente non so che scegliere fra questi due splendidi abiti. Uno è l'intramontabile tubino nero firmato Givenchy che la splendida Audrey Hepburn indossa in "Colazione di Tiffany". Semplicemente incantevole. L'altro è il must total white sfoggiato da Marilyn Monroe in "Quando la moglie è in vacanza". Fatto apposta per lei, e di certo ridicolo addosso a chiunque altra. Unica ed indimenticabile Marilyn...

1) Peter O' Toole in "Lawrence d'Arabia" Quando va detto, va detto. Non è un abito da donna ok, anche se è di certo il più bel vestito che sia mai stato impresso su celluloide ( e poi perchè il bel vestito dovrebbe essere una prerogativa femminile?). Tanto bello, nelle sue morbide fattezze, nel suo candore e nel suo essere così principesco quanto l'attore che lo indossa. Spettacolare. Spettacolare come il film. Se non lo avete mai visto, fidatevi: noleggiatelo e guardatevelo tutto d'un fiato. Non lo dimenticherete mai!

mercoledì 26 ottobre 2011

Room- in a- room concept


A proposito di sistemazioni davvero strane, devo dire che in questi mesi non mi sono certo risparmiata a scovare stranezze lussuose, ma una cosa così devo dire che non l'avevo mai vista...
E' l'Hutten Palast, un inconsueto Bed&Breakfast nel quartiere di Neukolln a Berlino.


Che Berlino sia la meta adatta se si ha voglia di restare a bocca aperta per l'atipicità delle idee proposte ai turisti, è cosa nota, ma effettivamente l'Hutten è sopra le righe ance per la città tedesca.
Sì. quello che vedete è giusto: si tratta di un grande spazio ricavato in una vecchia lavanderia, con roulotte e casine di legno al suo interno. Come i due proprietari abbiano avuto l'idea è presto detto: Silke e Sarah Lorenzen hanno sempre avuto un piccolo B&B nella loro casa, ma ad un certo punto gli spazi erano diventati davvero ristretti.


Motivo per cui si misero a cercare, e trovarono un loft gigantesco da risistemare. Solo che non piaceva l'idea di dividere lo spazio in camere, perchè perdeva "senso d'unità". Di qui l'idea di creare "stanze nella stanza", in modo che gli ospiti potessero incontrarsi fra di sé, costruendo casette di legno e inserendoci roulotte.

Per chi volesse maggior privacy può chiedere di essere sistemato in una delle sei camere nella dependance.


Però tutto sommato è questo il bello dell' Hutten Palast: se non si va in roulotte che gusto c'è?!

mercoledì 19 ottobre 2011

Bubble in Paris


Parigi, luogo magico per inguaribili romantici di ogni luogo, è una delle mete predilette per andare a passare le vacanze di Natale. In particolare si registra annualmente il pienone per Capodanno, quando milioni di persone si riversano sugli Champs Elisees. Se anche voi quest'anno doveste optare per il brindisi sotto l'Arco di Trionfo, che ne dite di valutare il suggerimento che vi do oggi?

Proprio ai piedi del celebre arco napoleonico, si trova il lussuosissimo Hilton Arc de Triomphe, che quest'anno ha deciso di inaugurare un giardino d'inverno . Solo, che a differenza di strutture in vetro e metallo dalle volute liberty, il giardino d'inverno dell'Hilton sarà tenuto in una gigantesca bolla di plexiglass.

L'idea di "Bubble in Paris" nasce dalla collaborazione con l'azienda di champagne Taittinger, che ha proposto alla catena alberghiera più celebre del mondo di creare uno spazio magico che somigliasse ad una bollicina di champagne alta 5 metri.

Potrà accogliere fino a 35 persone per volta e resterà aperta fino al 15 gennaio 2012. Sedervi a bere una coppa di champagne e mangiare uno stuzzichino vi costerà la non esorbitante cifra di 25 euro.


Un piccolo lusso che per una volta può anche essere concesso!

martedì 18 ottobre 2011

La pulizia è la cosa più vicina alla divinità.

Ottobre inoltrato, comincia davvero a fare freddino, e adesso è davvero il caso di fare il cambio armadio: ok, ok, non è un argomento usuale per il nostro blog (la sezione DIY ancora non l'ho inserita) ma quando ci va ci vuole. Del resto non sarò solo io ad avere una casa che di quando in quando ha bisogno di un bel reset. Eccovi dunque un breviario smart per procedere al cambio dell'armadio,evitando i passi fatali che potrebbero compromettere il nostro operato.
1) Non andate a fare incetta di scatole, buste, ecc prima ancora di cominciare. Sì, in effetti l'intenzione è meritoria, e l'entusiasmo per l'organizzazione del progetto "du jour" tende a farci dimenticare l'obiettivo, che non è far shopping di scatole colorate, ma riordinare!
Fate il lavoro noioso PRIMA di fare shopping.
2) Dividete tutto sul pavimento: i capi che sicuramente vanno gettati, devono essere separati in un bel sacco da tutto il resto. Non fatevi prendere da rimorsi di coscienza: disfatevi di quello che non avete bisogno, senza troppi rimpianti.

3) Non dite MAI, per nessuna ragione "tornerò più tardi". Non prendetevi in giro: lo sapete perfettamente che nella battaglia al superfluo questo equivale a lasciar cadere lo scudo: per cui resistete e finite.
4) Non arrendersi. Una volta che avrete finito con ogni genere di indumento, dalle mutande alle camicie. Il vostro armadio ringrazierà di certo (e anche la caritas!).


 Buon lavoro!!

venerdì 14 ottobre 2011

Cena a tema?

In giro per il web mi sono imbattuta in queste bellissime immagini del Alice of Magic World di Tokyo.
Il ristorante è stato aperto qualche mese fa' , ma è davvero molto singolare perchè non si possano spendere altre due parole sui suoi particolarissimi interni.

Si tratta di un progetto dello studio di design dello studio Design Works Fantastic Giapponese che ha per tema la favola di Alice, ritornata agli onori delle cronache da quando Tim Burton ne ha fatto un cult movie. Situato in una città che ben si presta alle stranezze alle alle particolarità di ogni genere, il ristorante è diventato da subito meta di curiosi e harajuku girls di ogni parte del Giappone.


Il ristorante di Tokyo ha una fantasiosa disposizione, con colori e disposizioni al limite del kitsch, simpatici riferimenti alla storia, e alle pareti le ormai celebri illustrazioni di John Tenniel, e tanto di cameriere in costume di Alice.



Se dovesse venirvi voglia di farci un salto, si trova nel quartiere modaiolo e trendissimo di Ginza . Se ci arrivate attenzione a dove vi sedete: sono oltre 2200 metri quadri, divisi in varie scene tratte dalla storia: potreste capitare nel tunnel antigravitazionale, e nel caso la cena vi resterebbe sullo stomaco....

venerdì 7 ottobre 2011

Sari, storia di un amore


Quando avevo dodici anni, mia nonna fece un viaggio in India e mi portò un bellissimo sari azzurro e bianco. Per anni è rimasto chiuso in soffitta, perchè sette metri e mezzo di stoffa srotolata a momenti non mi entrava neppure in camera.
Con l'andare del tempo, ed il melting pot sempre più variegato nella mia zona, ho cominciato a guardare con ammirazione ed un po' d' invidia la maniera semplice e affascinante con cui queste belle signore si muovono fluide in quei dipinti di stoffa.
Di qui la curiosità di saperne qualcosa in più.

Il sari indiano è uno degli abiti tradizionali più longevi della storia del costume, ed ha subito cambiamenti di lunghezza, piegatura e foggia molto più spesso di quanto si possa credere. Per esempio, ci fu una vera e propria rivoluzione in epoca vittoriana sotto la dominazione inglese, venne introdotto l'uso della blusa, rossa per le donne sposate e verde per quelle nubili, per coprire il seno (che prima era nudo).
Oggi la lunghezza di una sari varia tra 5,50 e 8 m. circa, dove le pezze più lunghe sono generalmente anche le più ricche di lavorazioni e bordure in oro,l 'ultimo metro porta la decorazione finale e che pende dalla spalla sulla schiena, più elaborati. Questo ha, all'occorrenza, funzione anche di velo: per coprirsi il capo entrando in un tempio o anche il volto, di fronte ad estranei.

Oltre alla blusa, si indossa anche una sottogonna di cotone, sempre in nuance, con chiusura a coulisse in vita. E' in questa che infilerete e fisserete le pieghe della vostra sari, giusto sotto l'ombelico. Inoltre, il bordo inferiore della stoffa in corrispondenza con la parte che si troverà a formare le pieghe frontali, verrà rinforzata dall'interno, dopo l'acquisto, con un' alta stiscia di garza. L'acquisto di una sari da indossare come tale, prevede dunque anche una serie di successive lavorazioni, volte a renderne impeccabile lo stile.

Come dicevamo, lo stile si è modificato nel tempo. Date un'occhiata a questi modelli preziosi e bellissimi. Non sono incredibili?



Quasi quasi vado a cervare una cosa nell'armadio....ma prima.....ecco il tutorial per capire come gestire tutti questi metri di stoffa.

giovedì 6 ottobre 2011

Stay Hungry, stay foolish!



                                                                          Ciao Steve!!

mercoledì 5 ottobre 2011

Condominio 3d per nababbi


A dire condominio, di solito vengono in mente liti, riunioni, e parallelepipedi talvolta tristi, e, diciamolo, di solito tutto fuorchè prova di alta architettura. CapitalLand di Singapore e Mitsubishi Estate Asia hanno presentato il più recente progetto di Moshe Safdie.


Il suo progetto prevede la lussureggiante vegetazione verticale, orientamento ottimale rispetto al sole, unità di ventilazione naturale, e viste generoso.
Invece di essere indipendenti torri, le due torri del condominio sono collegate da tre ponti "sky garden", che offrono l'opportunità di creare giardini pensili e spazi condivisibili per il tempo libero, creando una struttura porosa ed aperta.

Questo approccio non tradizionale consente all'aria e alla luce solare di penetrare, massimizzando la vista per le famiglie e per gli spazi della comunità.

Io qualche lite di condominio sarei disposta a sopportarla per abitare in un posto come questo!! Voi che dite?