venerdì 25 febbraio 2011

Genio sì, ma con il sorriso sulle labbra



Non fatevi ingannare da una foto in cui si mostra pacato e composto. Marcel Wanders è considerevolmente fuori di testa. Ma quel che di bello c’è, è che non si fa il minimo problema ad ammetterlo. Sorride, e ad ogni intervista risponde in maniera inaspettata.
Secondo le biografie buoniste, Marcel Wanders è uno degli artisti più eclettici e visionari degli ultimi anni. Vero. Ma questo perché il suo mondo assomiglia ad un collage a metà fra l’Isola Che Non C’è ed uno Space Challenger. E basta fare una brevissima ricerca per rendersi conto che non si tratta di certo un designer “accademico”. Wanders è un alternativo, curioso della vita e delle forme espressive dell’arte. Ed è lui stesso a definirsi così.
Designer istrionico, non ha mai mostrato particolare interesse a voler scegliere un unico motivo espressivo, né tiene particolarmente a darsi un allure da inarrivabile artista. Ed il fatto che per l’altro suo logo, abbia scelto di usare la sua faccia col naso rosso da clown la dice assai lunga sul modo di essere suo e della sua arte. Wanders ama giocare; lo ammette chiaro e tondo, e ogni suo lavoro esprime un’irriverenza “bambinesca” che sottolinea in ogni modo che può.
Prendiamo per esempio uno dei suoi ultimissimi lavori: la Sparkling Chair, che prende a prestito il lato immaginario e “arioso” del gioco, è stata  presentata allo scorso Salone Internazionale del Mobile a Milano. Sembra più un ensamble di bottiglie d’acqua in plastica riempite di aria, che un oggetto d’arredo per uso quotidiano. Nell’intervista che rilasciò in seguito alla presentazione, disse che il futuro dell’umanità risedeva  nel soffio vitale dei bambini, grazie a cui la natura sarebbe stata riscoperta nella bellezza delle sue parti meno congruenti, e che dunque lui aveva voluto creare un pezzo che si reggesse di aria per celebrare l’elemento fluttuante che i bambini, quando giocano, immaginano di poter plasmare.


Ho letto in una sua intervista che lei non legge giornali nè possiede una tv. Come si tiene in contatto col mondo? Usa internet o mezzi alternativi?
In realtà le cose davvero importanti sono evidenti a tutti  noi e sono palesi, perchè la gente ne parla, con o senza giornali, internet e quant’altro. Viceversa troppe informazioni generano una sorta di incapacità a dare risposte soddisfacenti e si rischia di finire come assuefatti alle “breakingnews”

La gente è davvero molto curiosa di sapere cosa la ispira. C’è qualcosa di particolare? Musica, cinema, natura…?
Posso asserire che l’ispirazione sta dentro di me. E’ Marcel Wanders la mia principale ispirazione! Per fare un esempio concreto: se mi trovassi bendato, solo, in una stanza al buio sarei in grado di continuare a creare, perchè ogni stimolo che percepisco, ogni singola idea viene da dentro di me.

Data la crisi mondiale attuale, ritiene che il design abbia un senso o crede che sia avviato in un percorso stretto tra funzionalità e prezzo?  
Certamente la crisi ci insegna che dovremmo spendere meno per cose superflue! E’ meglio comprare meno cose di poco valore, e investire di più su cose importanti. Non dobbiamo pensare alla crisi come ad un evento totalmente negativo: ci insegna che spesso non ci servono sul serio tutte le cose che compriamo. Dobbiamo imparare a controllare l’inutile desiderio di shopping e a non farci guidare dalla voglia di acquisto impulsivo.

L’ Eco-sostenibilità è diventato il tormentone di questa generazione. Questo argomento come influenza il suo lavoro? 
In 15 anni di attività ho usato tutti I materiali. Mi sono reso conto che siamo abituati a buttare via tutto prima ancora che invecchi. Le cose che creo vorrei che sembrassero sempre un po’ vecchie di quel che in realtà sono. E’ per questo che credo che invecchieranno meno rispetto alle altre. Non dobbiamo per forza essere contemporanei; si può essere anche tradizionalisti e tradizionali certe volte.

Una delle regole di Mooi è “fare sempre di più di quel che si aspettano da te”. E’ un precetto che vale solo per voi, o dovrebbe valere anche per gli altri designer?
Beh, questo vale ovviamente per me! Gli altri facciano un po’ quello che credono meglio! Senza dubbio però credo che questa debba essere l’attitudine giusta di ogni vero designer.

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